Il titolo della raccolta può essere inteso anche in senso organico, il famoso fenomeno del reflusso, qualcosa che irresistibilmente dal profondo di noi stessi arriva alla gola, in questo caso parole che hanno bisogno di essere dette. Ma se volessimo giocare arbitrariamente con il latino, ecco allora il flusso (fluxus) delle cose (res) [...] lo sguardo si ferma sui «Fiori neri piantati nel fango», prostitute di colore, o sui migranti («I porti delle città senza porto / i porti aperti / i porti chiusi / i porti di mare / i porti delle nebbie / i porti dov'è facile salpare / i porti è difficile tornare») o sul lavoro che non c'è («un filo d'erba non sarebbe nato / sulle terre tormentate / dei disoccupati / degli uomini di donne abbandonate / lungo gli argini scoppiati / di fiumi in pena per ogni futuro / assassinato poi riesumato»): dove il fiume non è in piena come ci si aspetterebbe, ma in pena. Esempi di una poesia civile che si apre in squarci lirici che poi si squarciano a loro volta nel lavoro sul linguaggio.
Dalla postfazione di Enzo Rega
RE FLUXUS, il titolo del testo poetico di Clemente Napolitano, riprende quello della precedente raccolta FLUXUS, preceduto dal segno RE, che può essere interpretato come un prefisso iterativo che richiama e continua i fili di un discorso poetico già svolto, ma anche come rinvio alla parola latina RES, ad indicare una realtà materiale, e anche la sostanza (la verità in contrapposizione all'apparenza) e la cosa pubblica. E la funzione di re implica nello stesso tempo attraversamento, provenienza, causa, una molteplicità di sensi e sguardi nell'intentio triangolare di autore-testo-fruitore. La parola fluxus, poi, attiene sia al significante che al significato. C'è un continuum del discorso poetico, che non è interrotto da alcun segno di punteggiatura: si passa da un soggetto, da un deittico spazio temporale, da un'immagine a un'altra senza soluzione di continuità. E cosa può indicare questo fluxus a livello di significato se non il tempo che scorre inesorabile o la vita, che si rinnova continuamente in sempre nuove forme? Res allora come tempo, vita o, insieme, il tempo della vita; res come "vero", da attraversare vedendolo anzitutto nella sua scabra aridità al di là della superficie illusoria con cui esso si presenta.
P.G. Santella, Un RE FLUXUS di pensieri, "Il Pappagallo", 2024, n° 533.